Il Decreto Sicurezza e le misure repressive

Il Dl Sicurezza, con misure severe contro migranti, minoranze e dissidenti, rischia di alimentare discriminazioni e di compromettere i diritti fondamentali.

Il nuovo Decreto Sicurezza promuove un approccio repressivo e discriminatorio, introducendo misure severe contro migranti, minoranze e dissidenti. Un impianto normativo che non risponde alle reali sfide sociali, ma rischia di alimentare esclusione e compromettere i diritti fondamentali.

Tra le novità più preoccupanti:

• Introduzione di 14 nuovi reati penali, con pene fino a 6 anni, tra cui la resistenza passiva, i blocchi stradali, la rivolta in carcere o nei CPR anche se non violenta.
• Fino a 20 anni di reclusione per chi protesta nei Centri di permanenza per il rimpatrio o nelle carceri.
• Reato di occupazione arbitraria di immobile, anche per situazioni di emergenza abitativa.
• Modifica delle tutele per le donne incinte o con figli piccoli, che passeranno da un rinvio obbligatorio della pena a una scelta discrezionale del giudice.
• Limitazioni all’accoglienza diffusa: penalizzando i piccoli comuni, si riducono le possibilità di integrazione e si aumentano isolamento e marginalizzazione.

Le nostre proposte:

Per una società più giusta e sicura, servono politiche lungimiranti e inclusive:

• Abolire la legge Bossi-Fini e costruire un sistema di accoglienza realmente sostenibile, basato sull’inclusione e la dignità.
• Promuovere cooperazione internazionale, affrontando le cause profonde delle migrazioni: guerre, disuguaglianze globali, crisi climatiche.
• Investire in percorsi di integrazione, non in strumenti di repressione.

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