Fame di verità e giustizia

I beni confiscati

Difendere e rilanciare il riutilizzo sociale dei beni confiscati

Avvertiamo il pericolo concreto di un lento ma costante tentativo di cambiamento di paradigma, che rischia di mettere in discussione non solo il principio del riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati, ma in alcuni casi l’intero sistema delle misure di prevenzione antimafia introdotto nel 1965 e rafforzato dalla legge Rognoni-La Torre.

Un segnale incoraggiante arriva dall’Unione Europea: la nuova direttiva n. 2024/1260 riprende integralmente l’impianto della normativa italiana, configurandosi come una sorta di legge “Rognoni-La Torre” a livello europeo. Una conferma importante del valore strategico delle misure di prevenzione nella lotta alla criminalità organizzata.

Come società civile organizzata, abbiamo il compito di evitare che i beni confiscati non utilizzati diventino occasioni mancate di sviluppo economico e coesione sociale, oltre che un danno per l’ambiente.

Per questo proponiamo di:

Se le mafie costruiscono il loro potere attraverso il controllo del territorio, la risposta delle istituzioni deve essere altrettanto chiara: costruire giustizia sociale emutualismo attraverso luoghi che tornano a essere beni comuni.

12 punti scomparsi dall'agenda politica

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