Il diritto alla verità e alla memoria delle vittime innocenti delle mafie

L'80% dei familiari delle vittime innocenti delle mafie non conosce la verità sulla morte dei propri congiunti, o ne conosce solo una parte. Non può esserci giustizia senza verità.

Fin dalla sua nascita, Libera promuove attività di conoscenza, accompagnamento e tutela delle storie delle vittime innocenti delle mafie, a partire dal riconoscimento del loro diritto alla memoria.

L’elenco che Libera legge pubblicamente ogni anno il 21 marzo, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno, raccoglie oggi 1.101 nomi: persone uccise dalle mafie, tra cui 120 minori e 145 donne.
A questi si aggiungono alcune vittime uccise all’estero, per sottolineare i legami internazionali delle organizzazioni criminali e per unire memorie geograficamente distanti ma profondamente connesse.

Drammaticamente, l’80% dei familiari delle vittime non conosce la verità sulla morte dei propri congiunti, oppure ne conosce una versione solo parziale.
L’azione di Libera su questo fronte è volto a generare una memoria viva, affinché diventi motore di giustizia e non resti confinata nel dolore individuale, ma si trasformi in coscienza collettiva.

In questo spirito, ritieniamo prioritario:

• Inserire il Diritto alla Verità nella Costituzione italiana;
• Riconoscere lo status di vittima di mafiaanche a chi è stato colpito da crimini mafiosi prima del 1° gennaio 1961;
• Equiparare le vittime della mafia e del dovere a quelle del terrorismo;
• Promuovere una riflessione urgente su prescrizioni e decadenze, per evitare interpretazioni ingiustamente restrittive;
• Applicare pienamente in Italia le direttive europee sulla tutela delle vittime e dei loro familiari;
• Estendere il sostegno anche alle vittime dei reati intenzionali violenti, noti come crimini di “criminalità comune”.

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