Conferenza Finale HUMANNESS
29 ott 2024 - Il Ruolo dell'Animazione Giovanile nella Promozione della Giustizia Sociale
Monitorare i progetti contenuti nel PNRR grazie al coinvolgimento e alla partecipazione di istituzioni ma anche e soprattutto della società civile. È l’obiettivo semplice ma ambizioso dell’iniziativa LIBenter, acronimo di un’“Italia BEne comune Nuova Trasparente Europea Responsabile”, presentata martedì 1° giugno durante un incontro con i rappresentanti delle istituzioni promotrici: il Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, il Presidente di Libera/Gruppo Abele don Luigi Ciotti, il Presidente di Fondazione Etica Gregorio Gitti e il Presidente del CNEL Tiziano Treu.
«Con il PNRR l'Italia potrà utilizzare, grazie agli importanti accordi conclusi in sede europea, enormi disponibilità finanziarie, pari ad almeno 222,1 miliardi di euro (circa 440 mila miliardi di lire) per rilanciare l’economia ed effettuare le riforme di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno, ha detto Nicoletta Parisi, docente dell’Università Cattolica e coordinatore dell’iniziativa con Dino Rinoldi. «L’impiego di una massa di denaro di tali proporzioni certamente desta preoccupazioni e giustifica un’attenzione estrema alle modalità di esecuzione dei relativi controlli». Dunque «LIBenter vuol farsi interprete delle preoccupazioni della società civile» e «per raggiungere quest’obiettivo, lavoreremo su tutto l’arco temporale (2021/2026) di attuazione del PNRR, affinché ogni progetto sia eseguito al meglio, monitorandone l’esecuzione».
Del resto, ha affermato il Rettore Franco Anelli, «questa fase della ripresa, e quindi il PNRR, non è soltanto un flusso di denaro da gestire. È la grande occasione per ridefinire e per inquadrare secondo nuovi obiettivi e secondo nuove modalità operative le strutture fondamentali della nostra società, modernizzandole». Dunque, ha ribadito il Rettore Anelli, «questa è davvero un’opportunità non solo per ottenere risorse finanziarie, ma per riordinare il funzionamento dei nostri apparati pubblici, per garantirne una maggiore, indispensabile efficienza che va coniugata con la messa a fuoco di obiettivi e di procedure chiare per realizzarli nell’interesse collettivo. Questo deve avvenire in un quadro di legalità e anche di solidarietà, promuovendo una corretta distribuzione di queste importanti risorse». Da qui deriva il contributo dell’università, che è cruciale «per dare il giusto peso e valore alle conoscenze, alle competenze e alle capacità acquisite con l’esperienza e lo studio».
Il tema della legalità è ritornato forte nelle parole di don Luigi Ciotti invitando a elaborare un «pensiero nuovo, radicale, rigeneratore» dato che la presenza criminale è dentro le «fessure» della nostra società. «La lotta alle mafie e alla corruzione richiede adeguate misure giuridiche e repressive, ma perché siano incisive è necessario un grande impegno culturale, educativo, sociale». Oggi, ha avvertito don Ciotti, «riscontriamo un pericolo strisciante: c'è tanta disattenzione che porta alla normalizzazione di questi fenomeni, cioè il fingere che il problema sia meno grave di quel che sembra o che addirittura non esista, complice il suo manifestarsi in forme anche nuove e meno aggressive». Dunque, «la lotta alle mafie e alla corruzione non può essere una questione solo delegata agli addetti ai lavori, come se fosse un settore specifico della vita pubblica: è necessario allargare a tutti questa battaglia, attraverso percorsi di partecipazione». Questo, ha detto ancora don Ciotti, «è il senso delle comunità monitoranti di Libera», che è il «contributo che portiamo a questo progetto» perché «fa piacere costruire un noi e camminare con altri».
Oltre alle comunità monitoranti, per una riuscita dei progetti contenuti nel PNRR e per un utilizzo corretto delle risorse europee serve in primis, l’elaborazione di un metodo di valutazione soprattutto delle Amministrazioni regionali e/o locali chiamate a spendere il denaro. Ne è convinto il Presidente di Fondazione Etica Gregorio Gitti. «Una buona capacità amministrativa è la premessa essenziale per i Comuni e/o le Regioni che puntano su investimenti trasparenti e di successo». Per questo, ha aggiunto, «è altrettanto essenziale misurare la capacità amministrativa: non per dare pagelle, ma per capire se e dove occorre intervenire per supportare le Amministrazioni. Prima dell’arrivo dei fondi europei, non dopo. Altrimenti, sarà come iniettare benzina in una macchina con il motore in panne». Su questo fronte un aiuto arriva sia dal decreto legislativo n. 33/2013 sia dalla legge n. 190/2012 che «consentono di comparare la capacità amministrativa delle PA». Di qui l’apporto al progetto di LIBenter da parte di Fondazione Etica, la quale ha «costruito da tempo un modello di misurazione della trasparenza, integrità ed efficienza delle PA che individua i punti di forza e di debolezza di ciascuna».
Un dato è certo: la fase che si apre adesso, di messa a terra del PNRR, è decisiva per il futuro del Paese. Per questo, ha detto il Presidente CNEL Tiziano Treu, «la riuscita dei singoli progetti e più in generale del PNRR» è strettamente connessa, oltre che alla qualità del «monitoraggio attuato» dai soggetti e delle categorie sociali direttamente interessate, allo «strumento della partecipazione» dei corpi intermedi. «Come richiesto dalla risoluzione 693 del 25 febbraio 2021 del CESE, il Comitato economico e sociale europeo, l’organismo omologo del CNEL per la UE, l’elemento portante per l’elaborazione e la valutazione dei Piani nazionali è costituito dalla partecipazione delle parti sociali. In tal senso, ho chiesto al Presidente del Consiglio Mario Draghi di istituzionalizzare la partecipazione del CNEL al tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale previsto dal decreto sulla governance del PNRR. Inoltre, nel percorso di monitoraggio degli investimenti si rivela molto utile, oltre che opportuna, una lettura con la chiave dei BES, dal momento che tutto il Piano è costruito sui due assi portanti della sostenibilità e dell’inclusione».
LIBenter vuole contribuire tramite strumenti di controllo e di vigilanza sociale diffusa a contrastare sprechi di risorse che potrebbero rivelarsi esiziali per il Paese. Il progetto ha due dimensioni: una scientifica, che si occupa della messa a punto del modello di valutazione dell’esecuzione dei progetti grazie a un gruppo di lavoro, già costituitosi e funzionante entro l’Università Cattolica del Sacro Cuore, composto da economisti, giuristi e anche sociologi, così come da esponenti della società civile; l’altra marcatamente civica e operativa, che produrrà soprattutto strumenti di engagement della società civile. Significa che alcuni esperti del mondo del Terzo settore produrranno guide, contenuti semplificati, modalità di coinvolgimento di territori e comunità locali legati al PNRR, generando strategie di formazione, di accompagnamento e di messa in rete di “comunità monitoranti” e strumenti, specie digitali, che aiutino nell’azione di monitoraggio.
Alla presentazione hanno preso parte anche gli attuali partner dell’iniziativa: ASeS, openpolis, ISTeA, Gran Sasso Science Institute, Osservatorio civico PNRR.