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19 ott 2025 - Dopo l'attentato a Sigfrido Ranucci, Don Ciotti richiama alla responsabilità collettiva e ricorda Giancarlo Siani

“Le istituzioni italiane dovrebbero andare a processo per omissione di soccorso. Le politiche improntate alla disumanità, dai porti lontani al ddl sicurezza, servono solo a consolidare il proprio potere”. A dispetto dei chilometri da fare, dell’agenda piena, delle mille emergenze e progetti da seguire, il fondatore di Libera e del Gruppo Abele, don Luigi Ciotti ieri ha voluto esserci a Ragusa. Di fronte al tribunale è iniziato il processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che vede imputati i cofondatori di Mediterranea, Luca Casarini, Beppe Caccia e Alessandro Metz, e l’equipaggio a bordo di Mare Jonio nel settembre 2020, il comandante Pietro Marrone, la medica di bordo Agnese Colpani e il soccorritore Fabrizio Gatti. Don Luigi parla al termine dell’udienza in quelle aule che per lui sono sempre state “di giustizia” e sembra quasi provato: “Tutto questo è umiliante. Provo una reale sofferenza nel vedere persone pulite, generose, finire sotto processo”.
Leggi l'articolo di Alessia Candito su Repubblica.it