Open Olympics 2026: il terzo report di monitoraggio civico
12 dic 2025 - Alla vigilia di Milano Cortina 2026: tra dati e "non dati", come sta il nostro diritto di sapere?
Non perdere il prossimo laboratorio Open the Whistle: 20 gennaio 2025 presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione.
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Open the Whistle, il progetto europeo dedicato alla cultura della segnalazione, prodotto e promosso in Italia dall’Autorità Anticorruzione ANAC e da Libera, ha scelto di rispondere a questa domandada con un gioco di ruolo: un laboratorio pratico in cui si entra nei panni di chi segnala, di chi riceve la segnalazione e di chi deve gestirla.
Nelle ultime settimane responsabili anticorruzione (RPCT), funzionari pubblici ed enti del terzo settore hanno sperimentato questo percorso, affrontando decisioni reali e riflettendo sul significato di un whistleblowing efficace e protetto: “Abbiamo potuto mettere alla prova il whistleblowing nella pratica, per osservare come reagiamo quando si entra nel vivo dei processi, e come cambiano le organizzazioni e le persone che le abitano. Confrontarsi solo in modo teorico non basta più: serve vedere come l’istituto incide sul lavoro quotidiano, sulle relazioni, sulle decisioni”.
L’esperienza, realizzata anche grazie al contributo della prof.ssa Valentina Donini della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA), è già alla sua seconda replica e rientra inoltre tra le attività previste dal Sesto Piano Nazionale d’Azione per il Governo Aperto (impegno A2).
Il 25 novembre il gioco ha coinvolto la Comunità di Pratica degli RPCT, mentre il 28 novembre si è svolta nella sede nazionale di Libera una seconda sessione, con enti del terzo settore impegnati nell’attivazione di centri civici di supporto e informazione per segnalanti e per chi subisce ritorsioni dopo una segnalazione.
“Già nel titolo del percorso formativo abbiamo scelto di richiamare tutte le scelte in campo, non solo quella di chi segnala”, racconta Leonardo Ferrante, project manager di Open the Whistle per Libera. “L’attenzione si concentra spesso unicamente sul segnalante, ma attorno a quella decisione ruotano molte altre responsabilità: l’RPCT, la dirigenza generale, la cultura organizzativa costruita da colleghi e colleghe, il ruolo dei centri civici di supporto, fino al coordinamento complessivo di ANAC. Tutto questo è giocabile, nel nostro laboratorio: volevamo rendere visibile l’intero ecosistema delle decisioni”.
“In questo modo, attraverso il confronto con gli attori coinvolti, i partecipanti hanno acquisito le conoscenze necessarie per implementare correttamente la disciplina all’interno degli enti di appartenenza. Il tutto è stato realizzato con l’intento di promuovere ambienti di lavoro in cui il processo della segnalazione viene percepito come l’apprezzabile risultato di una scelta etica consapevole”, sottolineano Valentina Tomassi e Giulia Cossu, referenti dell’Anac e co-organizzatrici dell’evento.
Ma non è finita qui: il prossimo appuntamento con il gioco di ruolo si terrà il 20 gennaio 2025, presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione.
“È un gioco praticabile ed espandibile quasi senza limiti, fino a includere anche il privato economico: è l’obiettivo che intendiamo in futuro raggiungere”, conclude Ferrante.