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Olimpiadi Milano-Cortina 2026

43 milioni dal fondo per le vittime di usura ed estorsione dirottati per finanziare i Giochi

Come Libera, tra le associazioni promotrici della campagna Open Olympics 2026 per la trasparenza sui Giochi, esprimiamo forte contrarietà alla decisione del Governo di dirottare 43 milioni di euro,destinati al fondo per le vittime di usura ed estorsione mafiosa, per finanziare l’organizzazione delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, come previsto dall’articolo 16 del decreto legge Sport.

“Riteniamo questa scelta inaccettabile e dettata da un mero calcolo politico, priva di una logica coerente con la tutela delle vittime di racket e usura.”

Sappiamo che questo spostamento è previsto dalla legge, ma riteniamo che i fondi avanzati debbano essere impiegati esclusivamente per finalità coerenti con la tutela delle vittime e la lotta ai fenomeni criminali. Non possiamo accettare che un fondo nato per proteggere imprenditori e cittadini che si ribellano a racket e usura finisca per finanziare i servizi di ordine pubblico di un grande evento sportivo.

L’usura e l’estorsione non sono fenomeni in declino, anzi sono sempre più diffusi e pervasivi, e non possono essere combattuti soltanto con la repressione penale. Serve un intervento complesso, sociale, culturale ed economico, attento ai contesti locali, che metta a disposizione strumenti di sostegno e campagne di sensibilizzazione per aiutare chi si sente isolato ad affrontare queste minacce.

Ci preoccupa inoltre la natura privatistica della Fondazione Milano Cortina 2026, che organizza i Giochi e che, proprio per questa struttura, non rende trasparente il dettaglio della spesa pubblica. Questo rende più facile dirottare risorse senza dover fornire giustificazioni chiare.

Inoltre, con la nostra inchiesta “Giochi insostenibili” pubblicata su Lavialibera, abbiamo evidenziato come un evento presentato come “a costo zero” per l’economia e l’ambiente stia in realtà generando gravi criticità.

Il budget iniziale di 1,36 miliardi di euro è lievitato a quasi 6 miliardi, con 3,4 miliardi destinati a infrastrutture spesso scollegate dalle esigenze sportive. La Fondazione ha accumulato un deficit patrimoniale di 108 milioni di euro al 31 dicembre 2023.

Infine, mentre nelle 127 pagine del dossier di candidatura la parola “sostenibilità” compariva 96 volte, oggi tra i 45 sponsor ufficiali spiccano grandi gruppi dell’industria fossile e bellica, in netto contrasto con gli impegni annunciati.

Noi di Libera e della campagna Open Olympics 2026 continueremo a vigilare con fermezza, chiedendo trasparenza, responsabilità e rispetto per i diritti delle persone e dei territori coinvolti.

Non possiamo permettere che questo evento lasci come eredità debiti, consumo di suolo, opacità e danni alla democrazia. Invitiamo tutte le realtà civiche, sociali e culturali a unirsi a noi in questa battaglia per il diritto di sapere e per una gestione pubblica responsabile e sostenibile.