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La febbre del cibo

La nuova videoinchiesta di Libera Bologna

Continua il lavoro di videoinchiesta che da anni Libera Bologna porta avanti in città. E il nuovo lavoro  "La febbre del cibo. Le ombre della ristorazione bolognese" vuole accendere i riflettori sul mondo della ristorazione, profondamente cambiato dopo la pandemia di covid, tra strani investimenti, imprenditori che aprono decine di locali, ristoratori costretti ad abbandonare il centro storico, una concorrenza sempre più forte dove si trovano anche nomi di personaggi vicini ad organizzazioni criminali. Nell'inchiesta di Andrea Giagnorio e Sofia Nardacchione vengono approfonditi alcuni elementi: ristoranti spesso vuoti ma con fatturati altissimi, locali che aprono e chiudono in poco tempo, catene in espansione rapidissima, che acquisiscono un locale dopo l’altro anche durante il lockdown. Imprese apparentemente in regola, ma che pagano parte degli stipendi in nero. Imprenditori che lavorano nel settore già accusati di avere legami con le mafie. Lo scopo delle inchieste di Libera Bologna è andare in direzione contraria. Mettere insieme i tanti segnali che attraversano la città, ma soprattutto le segnalazioni di cittadine e cittadini che negli ultimi anni ci hanno raccontato decine e decine di voci, fatti, storie.

È proprio dalle segnalazioni che sono nate cinque videoinchieste già realizzate: su via Saffi, tra paura, omertà e riscatto; su due casi di criminalità legati alla musica neomelodica, tra Sant’Agata Bolognese e il Pilastro; sulla situazione di sfruttamento lavorativo e sul rischio di infiltrazioni mafiose in Interporto; sul mondo nascosto del Dopolavoro ferroviario, dove si intrecciano milioni di euro in arrivo, strani incendi e una presunta estorsione pluriaggravata dal metodo mafioso, che sarebbe stata portata a termine con la complicità di esponenti di primo piano della ‘ndrangheta;

Sono ancora tanti i casi da raccontare, tante segnalazioni da portare alla luce, tanti collegamenti da far emergere. Sono già in progetto due nuove videoinchieste, che dovrebbero uscire nei prossimi mesi. Per fare inchieste indipendenti sono necessari tempo e risorse: per continuare a farlo Libera Bologna ha lanciato un crowdfunding, tutte le informazioni a questo link. 

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