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Aggressione a Maria Grazia Mazzola, condanna definitiva con aggravante mafiosa

La cassazione conferma un anno e quattro mesi a Monica Laera, esponente del clan Strisciuglio.

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, con l’aggravante mafiosa, nei confronti di Monica Laera, esponente del clan Strisciuglio di Bari. Laera, già pregiudicata e moglie del boss Lorenzo Caldarola, il 9 febbraio 2018 aggredì con un pugno al volto l’inviata speciale del Tg1 Maria Grazia Mazzola, mentre la giornalista stava realizzando un'inchiesta sulla criminalità organizzata.

Una sentenza definitiva che rappresenta un forte segnale a tutela della libertà di stampa e del diritto all’informazione.

“Una giornata importante, una sentenza che sottolinea e conferma l'importanza del ruolo del giornalismo e il diritto della libertà di informazione”, si legge in una nota dell’associazione. “Maria Grazia ha avuto solo la colpa di saper fare bene il suo mestiere di giornalista, di raccontare laddove i clan non ammettono che si possano fare domande.”

Libera ha accompagnato la giornalista nel percorso giudiziario a difesa del diritto di cronaca, schierandosi come  parte civile nel processo con l'avvocata Enza Rando. 

La lotta alla mafia e alla corruzione passa anche attraverso le parole e la luce dell’informazione: “Le mafie non vogliono i riflettori, preferiscono il silenzio. La democrazia può progredire solo in una società di cittadini informati. Proteggere i giornalisti vuol dire difendere e tutelare la democrazia nel nostro Paese.”