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Preoccupazioni sul tema della destinazione dei beni confiscati

Le associazioni scrivono all'ANBSC, CNEL e MIMIT per esprimere perplessità sulla gestione dei beni sottratti alla criminalità.

Libera insieme a Cgil, Legambiente, Arci, Avviso Pubblico, Forum Terzo Settore, Legacoop ha inviato una lettera all’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati, al CNEL e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per esprimere perplessità e preoccupazione rispetto all’ Accordo sul tema della destinazione dei beni confiscati alle mafie e alla corruzione.

Molte le ragioni di preoccupazioni:

La legge sul riuso a fini sociali dei beni confiscati è chiara e per questo chiediamo “che si riattivino gli organi consultivi già esistenti, come il Comitato Consultivo dell’ANBSC e ilForum “Imprese e legalità del CNEL”, in un tavolo di lavoro allargato al terzo settore e volto a garantire il riuso sociale come strumento cardine della lotta alle mafie e alla corruzione.

Allo stesso tempo, chiediamo che gli enti locali possano mantenere centralità nella filiera di destinazione, come la normativa antimafia richiede, e che le procedure di co-progettazione e co-programmazione richiamate siano al centro dell’operato, per attivare energie produttive dal basso, che possano riportare sviluppo ed economia sul territorio interessato”