Parte civile

Civili e di parte

Libera si è costituita parte civile in numerosi processi contro la criminalità organizzata.

Il 2 febbraio 2011 nel processo contro Virga e Mazzara, imputati dell’omicidio di Mauro Rostagno, Libera inizia il suo viaggio nelle aule dei tribunali. Si riprende lo spazio della parola. Da quel febbraio del 2011 sono decine i processi n tutta Italia, dal Nord al Sud, che vedono Libera parte civile contro i boss.

Mai più spettatori

La scelta di Libera è condivisa con entusiasmo da tutto il suo popolo di associazioni e tesserati, insieme in un meraviglioso cammino di partecipazione civica nella società. Fin dalla sua nascita, Libera ha sempre accompagnato i familiari delle vittime di mafia e i testimoni di giustizia nel faticoso cammino di ricerca della verità processuale. I volontari di Libera, anche avvocati, hanno sempre ascoltato i racconti delle vittime e dei loro familiari.Ma non era sufficiente. Non bastava più accompagnare le persone devastate e ferite dalle mafie negli uffici, nelle aule giudiziarie e rimanere in silenzio ad ascoltare. Vedere in alcuni casi capovolgere i fatti tanto da far diventare la vittima quasi responsabile per la tragedia vissuta. Si era spettatori senza parola e questo non dava fastidio alle mafie.

Si poneva un passo ulteriore. Quello di andare dai mafiosi e chiedere loro direttamente conto del danno che stavano arrecando alla società civile responsabile, alla legalità, alla comunità. Era il momento di dire: basta! Mai più solo spettatori, ma cittadini attivi che prendono la parola per raccontare la ferocia delle mafie che uccidono e spezzano i sogni di cittadini, giovani e anziani di questo paese. Il nostro sogno era quello di provare a immaginare le aule giudiziarie come luoghi di giustizia abitati dai cittadini di tutte le età che vogliono esercitare il loro diritto di partecipazione. Non ci bastava più guardare i mafiosi, i morti e i danni da loro provocati dalla “scatola” televisiva o dai “resoconti” dei giornali. Li volevamo guardare negli occhi dietro le sbarre dei tribunali per conoscere la storia criminale dei loro territori.

Quei giovani in tribunale come a scuola

La bellezza di questa esperienza è rappresentata dall’immagine di tanti giovani: sempre sobri, rispettosi, in silenzio, che non intralciano mai il lavoro dei magistrati e degli avvocati. Cittadini che non hanno mai accettato le provocazioni che, in alcune circostanze, sono state fatte sia dagli imputati in aula che dai loro parenti. Come fossero a scuola. Proprio perché ha assunto tra i propri fini statutari la promozione della cultura della legalità e della partecipazione responsabile, Libera ritiene che la presenza delle mafie – che seminano morte, paura, che uccidono la speranza, che deturpano la bellezza dei territori, che condizionano l’economia sana e che intrecciano relazioni con la cattiva politica – danneggia e offende la società civile responsabile. E gli stessi cittadini responsabili, pur non avendo subìto un danno diretto, devono sentirsi danneggiati dalla presenza delle mafie, perché viene sottratto loro il senso di appartenere a una comunità. La piena consapevolezza da parte dei cittadini dell’enorme danno che provocano la mafia e la cultura mafiosa nel territorio consegna loro una grande responsabilità: quella di impedire con azioni concrete che la mafia possa continuare a danneggiare il territorio e guadagnare consenso sociale. Tutto questo fa paura alla criminalità organizzata, alle vecchie e nuove mafie, ai corrotti, perché il loro potere si nutre anche della indifferenza della maggior parte della gente. Ecco che la costituzione di parte civile di Libera, oltre all’ importante aspetto giuridico, assume un valore educativo. Libera è convinta che i giovani, i cittadini devono entrare nelle aule di giustizia – che devono essere aule aperte – per partecipare alla ricerca della verità.

Costituirsi parte civile in alcuni processi, emblematici, per quello che rappresentano nei territori significa entrare nelle aule, significa partecipare con responsabilità e dire con chiarezza da che parte stare: dalla parte delle istituzioni autorevoli che, nel rispetto delle regole, cercano di scrivere la verità di alcuni fatti gravi verificatisi nel nostro paese.


 

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