Memoria e Impegno // Mediterraneo

Memoria mediterranea

Secondo il Forum tunisino dei diritti economici e sociali (FTDES), la tragica lista degli scomparsi potrebbe arrivare oggi a 800 nomi. La questione degli scomparsi è al centro dell'attenzione di varie associazioni tunisine e italiane dal 2011. Tra queste, oltre al FTDES, ci sono anche La Terre pour Tous, e ancora Carovane migranti, Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos, Pontes, Collettivo leventicinqueundici e molte altre ancora.

 

Le parole di una giovane donna, Safa Khelifi, volontaria di Ardepte, provano a ridare un senso a questo percorso:

“Povertà, disoccupazione, violazione dei diritti umani sono le cause principali. Partono con il bisogno di una vita migliore, e la speranza di tornare. Obbligati alla partenza illegale, per le insormontabili difficoltà ad avere il visto, vengono “aiutati” da trafficanti, che fanno pagare un prezzo esorbitante per superare ostacoli naturali – mare, fiumi, montagne – e umani – posti di frontiera – in condizioni precarie. Le conseguenze sono disastrose: morti, scomparse; i vivi costretti a rimborsare per anni il costo del passaggio. Cadono nelle mani di reti mafiose che li sfruttano con forme di schiavitù moderne: prostituzione, commercio di droga, vagabondaggio. Oppure sono vittime del commercio di organi o intrappolati in reti di Daesh? Non ne parlano i governi, tunisino e italiano: chi ha interesse a sotterrare questa questione? Bisogna diffondere dappertutto l'informazione perché si sappia, e i governi si facciano carico della ricerca.”

La memoria, perché un fatto drammatico come la scomparsa di giovani migranti nel Mediterraneo deve essere conosciuto e ricordato, per dare un nome, un volto e una storia alle vittime. A questo lavoro sulla memoria si lega l'accompagnamento dei familiari delle vittime: i migranti scomparsi in mare sono in un certo senso anch'essi vittime delle mafie, di quelle reti criminali organizzate che lucrano sul vuoto lasciato dalle politiche istituzionali, prime responsabili, poiché limitano e impediscono la libera circolazione dei cittadini e poiché hanno reso l'Europa una fortezza impenetrabile.

Dal sito di VIVI

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