Libera e Gruppo Abele lanciano una nuova campagna contro un male profondo chiamato corruzione. Una chiamata alla partecipazione civica dei cittadini per essere protagonisti con segni concreti di impegno.
L’Italia ha bisogno di liberarsi dalle mafie e dalla corruzione, fenomeni che ci impoveriscono sul piano economico, politico, culturale. Il nostro Paese deve riconquistare la Libertà, rimettendo al centro l’importanza del rispetto che l’uomo deve sentire nei confronti di se stesso e dell’ambiente in cui vive: è qui che risiede il concetto di Dignitaà, quotidianamente calpestato da chi sotterra il bene comune a fronte di un accaparramento di risorse illegale e senza scrupoli.
Nonostante gli arresti e le condanne le mafie sono in buona, in certi casi ottima, salute. È cambiato in generale il metodo: poco sangue e tanta corruzione.
Ecco allora che alla violenza si preferisce il metodo più comodo e vantaggioso della corruzione. E corruzione significa che tra crimine organizzato, crimine politico e crimine economico è sempre più difficile distinguere. Chi paga questa situazione? Tutti. E in particolar modo le persone che hanno più bisogno di riferimenti, di servizi, di politiche sociali. La corruzione ci rende tutti più poveri, mina lo sviluppo economico e il progresso sociale. Ogni atto di corruzione crea un deficit di democrazia e di diritti. Sostituisce la cultura dell’uguaglianza e della corresponsabilità con quella del favore e del privilegio. Tutti noi ne siamo colpiti, tutti noi dobbiamo reagire. Non diversamente dal crimine organizzato, la corruzione ha i suoi alleati più forti nella rassegnazione diffusa e nel conformismo del “così fan tutti”, nella perdita di senso civico e nella pigrizia morale che ci fa preferire non la scelta giusta ma quella più conveniente.
Libera e Gruppo Abele, insieme, contro un male profondo chiamato corruzione. Una chiamata alla partecipazione civica dei cittadini per essere protagonisti con segni concreti di impegno. Ecco allora che anche un piccolo gesto può avere un grande peso se sarà il gesto di tanti. Se diventerà il segno di un’Italia che crede nel bene comune come premessa della dignità e libertà di ogni persona, e si mette personalmente in gioco per costruirlo. È un modo per ribadire che la rete di Libera conosce profondamente il legame esistente tra mafie e corruzione e lo riconosce nel quotidiano impegno quale priorità.
L’azione si muove secondo un duplice binario, dell’agire (in una logica di corresponsabilità) e del proporre (alle istituzioni competenti), sulla base di tre pilastri.
1) Far emergere la corruzione
Recidere le complicità con la rete mafio-corruttiva: diventare indisponibili all’abuso di potere delegato
Ciascuno di noi può, nella propria vita e nell’ambiente di lavoro, dire di “no” tutte quelle volte in cui assiste o può partecipare a situazioni e comportamenti opachi o viziati da logiche corruttive, clientelismi, familismi. Questo “no” non può essere vincolato solo a scelte individuali: chi è solo va accompagnato da un “noi”. Libera vuole essere di sostegno a chi fa queste scelte, accompagnandolo non solo nel percorso verso la segnalazione/denuncia, ma anche fornendo un supporto nelle fasi successive, che rischiano di isolare e rendere vulnerabili le persone.
L’impegno di Libera e Gruppo Abele: l’attivazione nel 2018 di Linea Libera, per l’ascolto, l’orientamento e l’accompagnamento delle persone che si rivolgono al servizio campagne di coinvolgimento diffuso dei territori tramite canali social, al fine di veicolare il messaggio “indisponibili alla corruzione”.
La proposta: riguarderà l’accompagnamento, l’orientamento e l’ascolto di testimoni di giustizia e segnalanti di corruzione (whistleblowing) in tutte le fasi che li riguardano (pre-segnalazione, segnalazione, post-segnalazione), nonché l’armonizzazione della normativa tra testimoni e segnalanti.
2) Resistere al malaffare
Apprendere come fare nei luoghi educativi e formativi, fin da bambini
Se la corruzione si fonda su un “abuso di potere delegato per fini privati” (come da definizione internazionalmente accolta), allora è indispensabile che, fin da piccoli, ciascuno di noi sia educato a una “buona gestione” del potere delegato, che è quel “potere” che a tutti noi la società affida e che noi affidiamo ad altri al fine di agire per il bene comune. Occorre conoscere fin da bambini i “rischi corruzione” che avvengono nella nostra vita, e studiare affinché sappiamo vigilare su quel “potere” che deleghiamo ad altri.
L’impegno di Libera e Gruppo Abele
- a livello scolastico, attraverso strumenti per studenti e insegnanti, che spieghino i meccanismi della corruzione e le linee guida per comprendere il fenomeno.
- a livello scolastico e universitario, con la redazione di strumenti ad hoc per le scuole secondarie di I e di II grado e per carriere universitarie.
- a livello di cultura diffusa, attraverso l’attivazione del centro di documentazione per la cultura dell’integrità.
- con gli ordini professionali, attraverso percorsi di formazione per l’etica della responsabilità e la cultura dell’integrità nel lavoro.
La proposta: il riconoscimento della formazione come elemento fondamentale per sedimentare una nuova cultura nella lotta alle mafie e alla corruzione, la promozione della cultura dell’integrità, anche attraverso la previsione di piani e progetti ad hoc, scolastici e universitari.
3) Difendere ciò che è prezioso
Costruire Comunità Monitoranti per difendere il bene pubblico dalle fauci della corruzione
Per prevenire efficacemente la corruzione, è fondamentale un ruolo di vigilanza diffusa ad opera di tanti cittadini che, dal basso, possano collaborare con le istituzioni pubbliche (senza confondere vigilanti e decisori) affinché corrotti e corruttori restino lontani dalla cosa comune. Dalla Legge anticorruzione 190/2012 in poi, a tutti i cittadini sono consegnati degli strumenti concreti per divenire “cittadini monitoranti” dei quali, come Libera, vogliamo incoraggiarne la conoscenza e il corretto utilizzo.
L’impegno di Libera e Gruppo Abele
Su questo pilastro, Libera e Gruppo Abele – anche attraverso l’iniziativa “Common”, acronimo di Comunità monitoranti – si impegnano:
- a diffondere la conoscenza degli strumenti di cittadinanza monitorante, tramite una scuola nazionale annuale (scuola Common), percorsi territoriali, formazioni dedicate e una rete nazionale tra tutte le realtà che si riconoscono come “comunità monitoranti” del proprio territorio.
- iniziative di promozione della trasparenza su specifici settori.
La proposta
In virtù di questo impegno, Libera chiede a tutte pubbliche amministrazioni (nazionali, territoriali, locali, sanitarie, scolastiche e universitarie, ...) di:
- rispondere ad una vera logica di “governo aperto”, ottemperando alla normativa anticorruzione prevista da legge non solo con un approccio formalistico e burocratico, ma come opportunità di serio confronto interno e dibattito circa come prevenire il malaffare che può annidarsi all’interno degli enti pubblici.
- aprirsi al confronto e alla vigilanza della cittadinanza monitorante, affinché sia possibile farsi aiutare nel compito della prevenzione del malaffare tramite un contributo proveniente dall’esterno.
Consapevoli che i tre pilastri non esauriscono né l’impegno di Libera e Gruppo Abele sul tema, né le azioni necessarie per sconfiggere la corruzione. A chi corrompe, cioè “rompe il cuore” del Paese, vogliamo opporre l’Italia di chi costruisce, di chi salda le parole ai fatti, la speranza all’impegno, la conoscenza alla responsabilità. Sapendo che riparare gli strappi frutto dell’illegalità significa prima di tutto essere uniti per costruire il “noi” della Libertà che rifonda la Dignità umana.
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