Nel 2016, a vent' anni dall’approvazione della legge 109/96, Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati, Libera, con il sostegno di Fondazione Charlemagne, ha realizzato una ricerca sui beni confiscati alle mafie e riutilizzati socialmente. Una ricerca che viene aggiornata ogni anno e che risponde a due esigenze di fondo:
- colmare una lacuna informativa e di portare i suoi risultati al servizio del compito istituzionale dell'ANBSC - Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata - e di tutti gli attori, pubblici e privati, coinvolti nei processi di valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata;
- attraverso la diffusione di dati trasparenti, aggiornati e pubblici sui beni riutilizzati, far conoscere le potenzialità positive di questi luoghi.
Sono finora 777 i soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli enti locali, in ben 17 regioni su 20. Dai dati raccolti attraverso l’azione territoriale della rete di Libera emerge che poco più della metà delle realtà sociali è costituito da associazioni di diversa tipologia (408) mentre le cooperative sociali sono il 25% (189). Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 9 associazioni sportive dilettantistiche, 27 associazioni temporanee di scopo, 10 consorzi di cooperative, 48 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e caritas), 21 fondazioni, 13 gruppi dello scoutismo ed infine 13 istituti scolastici di diversi ordini e gradi.
La regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 204 soggetti gestori, segue la Lombardia con 151, la Campania con 124, la Calabria con 110 seguita dalla Puglia con 71 e il Lazio con 46.